La carenza di professionisti tech è uno dei rari argomenti che mette d’accordo sia i legislatori, come nel caso dell’UE, che i manager di grandi e piccole aziende. Mentre quindi imprese e policy maker lavorano a incentivi e piani di formazione, per i lavoratori si aprono opportunità tipiche delle grandi svolte industriali e tecnologiche. Vediamo quindi come approfittare di questo trend per cambiare carriera e fare un salto di livello anche dal punto di vista salariale.
Carriere emergenti e opportunità nel settore tech
Per gli utenti comuni i recenti sviluppi tecnologici legati al mondo tech, in particolare lo sviluppo delle AI generative, ma anche i computer quantistici, o la biologia sintetica, sono eventi che hanno ancora un impatto limitato sulla quotidianità. Siamo però sull’orlo di una rivoluzione epocale, per certi versi ancora più radicale delle precedenti, inclusa l’invenzione di Internet.
L’aspetto ingannevole può essere sintetizzato così. Le intelligenze artificiali sono destinate sempre di più a gestire interi aspetti della nostra quotidianità, e questo per molti significa anche perdita di competenze nelle persone che delegano loro questi task. Studenti che si affidano a Chat GPT per la stesura di materiale scritto, auto a guida autonoma o assistita e così via. Tuttavia queste intelligenze, così come i modelli linguistici sottostanti, avranno sempre di più bisogno di persone che le programmino, che le allenino, che le facciano funzionare meglio e in maniera più efficiente verso gli scopi per cui sono pensate. Insomma vita forse più semplice per utenti e cittadini, ma anche tantissimo lavoro dietro le quinte per i professionisti del tech.
In termini di opportunità, sicuramente l’Italia sconta ancora un gap rispetto agli altri paesi europei. Nel nostro paese, infatti, il 13,4% delle aziende con almeno 10 dipendenti ha specialisti ICT nel proprio staff. Un dato in lieve aumento ma ancora molto al di sotto della media europea (21%). Allo stesso modo, l’esplosione delle AI generative sembra ancora limitato nello stivale, per cui tra le professioni IT più richieste figurano ancora profili più “tradizionali” come sviluppatori, ingegneri del software, data analyst e specialista di cybersecurity. In termini di settori economici invece, le aziende più attente alla presenza di professionisti tech si ritrovano nel settore dell’energia e dell’informazione e telecomunicazioni.
Si tratta di uno scenario un po “retrò”, se consideriamo che in Europa e Stati Uniti soprattutto, ad essere più ricercati sono gli specialisti di cyber security e gli sviluppatori di AI e LLM.
Non bisogna sottovalutare poi le opportunità offerte da istituzioni o nuovi regolamenti. Ad esempio con il GDPR si sono aperte tantissime opportunità legate ad analisi dei dati e data science, oltre che la già citata cyber sicurezza.
Per chi invece valuta la possibilità dell’espatrio, diversi paesi, tra cui ad esempio il Canada, hanno programmi di immigrazione agevolata per i professionisti delle discipline STEM.
Identificare le competenze trasferibili e passioni
Per chi sta valutando una carriera nel tech, la prima cosa da fare è identificare un obiettivo molto specifico, inteso come mansione e quindi come figura professionale di riferimento. Questo perché le aree di competenza si sovrappongono in piccola parte, mentre per lo più richiedono skill diversificate a seconda della tipologia di lavoro.
Questa scelta è fondamentale per muovere il primo passo, ovvero la formazione. Sicuramente un bagaglio pregresso di conoscenze matematiche sarà di grande aiuto, mentre è ancora fondamentale una buona conoscenza della lingua inglese, soprattutto nell’ottica di sfruttare la miriade di risorse che si trovano online.
Da non sottovalutare poi le soft skill necessarie in questo settore. Si tratta di un aspetto fondamentale nell’ottica di lavorare in azienda, ma che è determinante anche nel successo di un eventuale percorso da freelance.
Anche se la cultura popolare ama rappresentare i professionisti tech come dei geni solitari, in realtà si tratta quasi sempre di affrontare progetti in team, dove la capacità di dialogo, il rispetto per le altre persone e la capacità organizzativa possono fare la differenza non solo nel modo in cui si lavora, ma anche nel raggiungimento degli obiettivi stessi.
Acquisire nuove competenze tech fondamentali
Per chi aspira al mondo della programmazione, sicuramente sarà meglio passare per un corso introduttivo di linguaggi come Python e JavaScript. Uno sviluppatore web invece potrà cominciare da HTML e CSS, prima di passare a materie più complesse come i framework React e Angular.
Immaginiamo quindi uno scenario reale. Una persona che ha già un lavoro che non è pertinente o lo è solo in parte con l’ambito tech, decide di tentare questa strada. Per prendere dimestichezza con le nozioni di base, e capire anche qual è lo specifico settore di interesse, si trovano online numerosi corsi che si possono seguire a distanza e negli orari più comodi, come Coursera, Udemy (anche in italiano) e Codecademy. Quest’ultimo in particolare offre moduli gratuiti con la possibilità di passare ad un piano a pagamento per percorsi strutturati finalizzati a professioni specifiche.
Quando si pensa di aver raggiunto un set minimo di conoscenze, si può iniziare a fare pratica in modo costante. Si può partecipare a sfide di coding, oppure iscriversi a siti come LeetCode, HackerRank e Project Euler, che propone quesiti matematici da risolvere tramite lo sviluppo di appositi algoritmi.
Mentre si fa tutto questo, formazione e pratica, altrettanto importante è entrare in contatto con altri professionisti e appassionati del settore. Come accennavamo le risorse online non mancano. Siti come Stack Overflow, GitHub e Reddit hanno delle community molto vaste che possono aiutare a risolvere problemi o anche a discutere delle proprie scelte di formazione e crescita.
Alla fine di questo percorso di cambiamento e innovazione personale, bisogna poi imparare a relazionarsi con datori di lavoro in un contesto nuovo nel quale può essere molto difficile orientarsi. Da questo punto di vista allora può facilitare molto l’aiuto di piattaforme come MatchGuru, che nascono proprio per facilitare la connessione, e il match appunto, tra aziende e professionisti/e. Attraverso la compilazione di questionari e video interviste, la piattaforma crea un profilo per ciascun candidato. Questo profilo, incrociato con le richieste delle aziende, permette di ottenere subito una stima dell’affinità reciproca.
Un aiuto non da poco per chi affronta questo genere di selezione per la prima volta.